GEOBIOLOGIA E SCIENZA

Studi oggettivi e scientifici che dimostrano la nocività delle “zone geopatogene”

Quando una radiazione ambientale è considerata nociva per il corpo umano viene definita “geopatia”. In tutte le epoche l’uomo si è sempre reso conto che ci sono intorno a lui “energie” positive e altre potenzialmente nocive. La radioattività naturale ne è l’esempio più evidente: se una certa radioattività in dosi regolate può essere utile, l’esposizione a campi radioattivi elevati è mortale. Anche lo stesso gas me- tano che estraiamo dal sottosuolo è utile per scaldarci ma respirato per un certo tempo seppur naturale è un gas mortale in quanto asfissiante. Nei secoli scorsi, quando all’origine dei tumori o di altre gravi patologie non ci poteva essere l’inquinamento ambientale o quello alimentare, era facile (e fu fatto) individuare quelle che all’epoca si definivano “case cancro”: abitazioni dove il livello di radiazioni naturali nocive, “geopatiche”, provenienti dal sottosuolo erano in grado di far ammalare gli inquilini della casa.

Parte significativa della relazione
del prof. Bergsmann presentata a Pontremoli
La geopatologia si manifesta quando si sosta per diverse ore in un punto perturbato. Dati clinici dimostrano che lo stress legato al luogo è un fattore di rischio molto importante per la salute. In Austria grazie a dei finanziamenti pubblici è stato possibile condurre per la prima volta uno studio scientifico realizzato dal prof. Otto Bergsmann, poi pubblicato con il titolo Risikofaktor Standort, Rutengängerzone und Mensch, Facultas Universitäts Verlag, Wien 1990, (Fattore di rischio del sito, ricerca scientifica sul problema dell’influsso delle zone “rabdomantiche” sugli esseri umani).

Questo primo studio scientifico fu molto importante poiché dimostrò che con una permanenza in queste zone di disturbo avviene una reale variazione di una serie di parametri biologici che coinvolgono lo stato di salute. I parametri biologici presi in considerazione furono 23 e vennero analizzati su 985 persone con 6.943 esami. Di questi 23 parametri o fenomeni analizzati, in 12 si era riscontrato un influsso molto significativo dovuto al luogo, in 5 una tendenza in questo senso, in 6 nessun influsso. Per come era strutturata la ricerca, la variazione di un solo parametro era da considerarsi già una prova dell’effetto del sito. L’effetto dei fattori ambientali sui sistemi di regolazione dell’organismo umano risulta perciò senza dubbio confermato.

Particolarmente significativi sono risultati il comportamento della serotonina e della VES. La serotonina si riduce nella zona di disturbo e il suo precursore metabolico, il triptofano, si alza tendenzialmente. Questo può essere interpretato come un processo di compensazione. La serotonina da un lato è il neurotrasmettitore del sistema parasimpatico che ha il compito di predisporre l’energia; d’altro lato, svolgendo questo compito ha anche un effetto tranquillante per cui viene anche definita come un “sonnifero”. Dalla ricerca non è possibile capire come e perché si arrivava a una riduzione della serotonina: bisogna prendere atto di questo risultato come di un fatto. È necessario però anche tener presente che alcuni sintomi di eccitazione attribuiti all’effetto del sito, quali per esempio insonnia, nervosismo, ecc., possono essere attribuiti alla carenza di serotonina. L’iperattività è presente in caso di carenza di serotonina. L’effetto del sito non dà luogo a un processo che conduce inevitabilmente alla malattia, è piuttosto un fattore di rischio, il quale può intensificare l’effetto di diversi fattori patogeni. Solo nell’interazione con questi altri fattori, il rischio dovuto al luogo può acquisire un’importanza patogena. È certo che una delle misure di prevenzione più importanti è realizzare una condotta di vita flessibile con cui evitare da un lato lo stress prolungato dovuto alla permanenza in una zona perturbata e dall’altro lato ridurre i disturbi vegetativi. Da tutto ciò, risulta, quale conseguenza logica che il cambiamento del sito non può sostituire la terapia medica, può tuttavia essere di sostegno alla terapia medica.

Per chi volesse approfondire questo argomento lo studio ufficiale dell’Università di Vienna, finanziato dallo Stato Austriaco, del prof. Otto Bergsmann s’intitola Risikofaktor Standort (ricerca scientifica sul problema dell’influsso dei siti sugli esseri umani). 

Oltre al convegno a cui partecipò il prof. Betz abbiamo organizzato diversi corsi professionali per geobiologi e rabdomanti e 4 convegni internazionali con i più insigni scienziati europei.

Nell’organizzazione dei Convegni, siamo stati aiutati dal Comune di Pontremoli e dal suo straordinario Sindaco, l’allora ministro Enrico Ferri e da varie associazioni di Medicina Naturale e di Bioarchitettura.

Brevi note storiche su geobiologia, radiestesia e rabdomanzia dal Novecento fino ad oggi
Anche se in riferimento alle materie trattate in questo libro abbiamo scelto di fare una breve sintesi delle ricerche più importanti avvenute dal Novecento a oggi è comunque doveroso ricordare lo studioso Carlo Amoretti che visse fino ai primi anni dell’Ottocento (1741-1816) e fu un riconosciuto e stimato studioso in fisica, teologia e lettere moderne. Fra i suoi studi scientifici pubblicati occorre ricordare Della rabdomanzia ossia elettrometria animale, ricerche fisiche e storiche (1808).

Amoretti dichiarò che fino all’età di cinquant’anni aveva considerato degli impostori i rabdomanti che cercavano acqua sotterranea e miniere con la bacchetta e il pendolo, ma poi, dopo studi molto 

approfonditi e dopo aver eseguito numerosi esperimenti scientifici, cambiò totalmente parere. A lui si devono i primi esperimenti scientifici e le prime importanti pubblicazioni sulla rabdomanzia.

1911. Si tiene a Hannover (Germania) il primo congresso dei rabdomanti (dopo due anni il secondo congresso a Guilford, Inghilterra, e nel 1913 il Dr. Paul Beyer fonda in Germania l’Unione Internazionale dei Rabdomanti).

1913. La rabdomanzia ha il riconoscimento ufficiale dall’Accademia delle scienze di Francia.
Intorno al 1913 è introdotto il termine radiestesia dall’abate Alexis Bouly, un rabdomante di immensa notorietà che non si limitava soltanto alla ricerca di sorgenti ma utilizzava le sue capacità anche per altri scopi come le diagnosi mediche; inoltre, nei sotterranei nei castelli ricercava, per incarico del Ministero della guerra francese, obici, mine inesplose, ecc. Sempre nel 1913, l’abate francese Alexis Mermet, grande radiestesista, al congresso che si tenne a Parigi, parlò per la prima volta della possibilità di sostituire la bacchetta rabdomantica con il pendolo. Per le sue straordinarie capacità e conseguenti successi nel campo della radiestesia fu sopranominato il principe dei Rabdomanti.

1928. Geoges Lakhowsky è conosciuto per la sperimentazione sulla medicina naturista e sui circuiti oscillanti e per la battaglia contro il cancro. Studiò il rapporto tra la natura fisica di un terreno sul quale vive un soggetto e l’insorgenza del cancro. “La natura del terreno – scrisse - modifica il campo delle onde cosmiche alla superficie del suolo. Questa condizione basta a provocare negli organismi viventi uno squilibrio che è suscettibile di far nascere la cancerosi”.

1929. Il Barone Gustav von Pohl individua nella città tedesca Vilsbiburg che al tempo contava al 565 case, circa 900 abitazioni e 3.300 abitanti – le “zone radianti” (geopatiche) che in massima parte coincidevano con i letti di persone malate di cancro e dimostra la validità della sua teoria che individuava come importante concausa nella genesi dei tumori la lunga permanenza in zone che emettono un’irradiazione terrestre nociva. Al comitato tedesco per l’analisi e la lotta contro il cancro dichiara che questi raggi tellurici raggiungono e sorpassano i piani più elevati dei grattacieli.

1920-1930. Luis Turenne, pioniere della scienza biofisica applicata alla medicina, ipotizza, per la prima volta in Europa, una connessione tra lo stato di salute degli organismi e le radiazioni presenti nell’ambiente in cui essi vivono.

1920-1930. Georg Kittemann lavora in Germania da rabdomante per la ferrovia del Reich e non solo. La sua straordinaria attività è documentata in numerosissimi rapporti; da sottolineare che durante tutti questi lunghi anni di ricerche in nessun lavoro risulta abbia dato indicazioni completamente sbagliate. Eseguiva migliaia di incarichi con successo an- che in situazioni difficili. Kittemann prevedeva e indicava il luogo e la profondità dell’acqua sotterranea, dati importanti sia per la trivellazione di pozzi che per la determinazione di percorsi d’acqua sotterranei che potevano danneggiare, per esempio, un argine della ferrovia. Dopo la sua morte, sua figlia Emmy Kittemann, continua con successo le tradizioni rabdomantiche del padre. Alcuni esempi dell’attività di Georg Kittemann sono descritti nel libro di Wetzel, Tatsachen und Dokumente zum Streit um die Wünschlerute, e nel libro di Hans-Dieter Betz Phänomen Wünschelrute.

1932. Il prof. Ferdinando Cazzamalli, docente di psichiatria presso l’Università degli Studi di Modena studia con criteri scientifici la parapsicologia e in particolare la telepatia, pubblica l’articolo scientifico “Rabdomanzia, impostazione scientifica del problema”, pubblicato sul Giornale di psichiatria e di Neuropatologia (Ferrara). Insieme a Giovanni Schepis, Emilio Servadio e Luigi Sanguineti, fonda nel 1937 la Società italiana di metafisica (SIM).

1932. Si tiene a Verona il 1° Congresso internazionale di rabdomanzia e geofisica che affronta in particolare le utilizzazioni pratiche in agricoltura.

1935. Il medico statunitense Albert Abrams introduce il termine radionica. Secondo Abrams ogni corpo riceve e trasmette radiazioni che variano a seconda della composizione molecolare o atomica della materia e tali radiazioni hanno un’influenza sul sistema nervoso dell’uomo. Secondo Abrams ogni organo in buona salute ha una specifica frequenza che è alterata in caso di malattia.

1933-1936. E. Jenny, A. Oehler, H. Stauffer sono tre ricercatori che hanno eseguito per la prima volta una sperimentazione scientifica per verificare l’eventuale esistenza delle radiazioni telluriche nocive. Gli esperimenti osservazionali furono eseguiti su migliaia di topolini e vegetali messi in zone geopatogene e neutre.

1933-1939. L’ingegnere francese Pierre Cody ha eseguito, nella città di Havre, con strumenti dell’epoca (elettrometri), migliaia di misurazioni riguardanti la posizione dei letti di malati di cancro verificando secondo le sue ricerche una correlazione tra le zone geopatiche e i tumori.

1937. Il medico francese François Peyré durante il Congresso Internazionale della stampa scientifica parla e teorizza la presenza sul globo terrestre di una rete di raggi tellurici in grado di interferire con la salute umana.

1961. Il medico tedesco Ernest Hartmann scopre e divulga l’esistenza di un reticolo tellurico, la rete di Hartmann, con dimensioni di 2 m nord-sud; 2,50 m est-ovest e fascia di stimolo 20-21 cm). 
Nei punti d’incrocio del reticolo di Hartmann, detti anche “Nodi di Hartmann” avviene un’amplificazione delle radiazioni positive o negative presenti nella tale zona. Il reticolo di Hartmann si può intrecciare con altri reticoli, ad esempio, un’altra rete tellurica, il reticolo di Curry, scoperto dal ricercatore tedesco Manfred Curry. A Hartmann si deve lo sviluppo della conoscenza in Europa della geobiologia come materia estremamente utile per la difesa della salute.

1962. Il dottor Jean Picard portò avanti le sue osservazioni sulla relazione tra sito e patologie derivanti dalle radiazioni telluriche in un quartiere parigino (Moulins) che videro una frequenza assai più elevata di malati di tumore in chi viveva e dormiva in case geopatiche.

1967. Faliero Capineri, maestro elementare della Lunigiana, ignaro di quanto scoperto fino ad allora dagli altri ricercatori europei scopre, o meglio riscopre, grazie a un’estrema sensibilità alle radiazioni telluriche, che esse possono essere un’importante concausa di gravi malattie. Nel 1967 dopo lunghi anni di ricerche su animali e piante poste in zone perturbate e aver visto morire alcuni amici e conoscenti che vivevano nonostante i suoi avvertimenti in un ambiente geopatico, pubblica un libro relativo ai suoi esperimenti intitolato L’acqua e il cancro per informare quante più persone possibile di quello che riteneva essere un pericolo grave per la salute.
Capineri teorizzò che dormire o sostare lunghe ore quotidianamente in zone perturbate fosse per l’organismo umano molto stressante e una delle più significative concause nella genesi dei tumori.

1989. Il celebre scienziato francese, Yves Rocard, diretto- re del laboratorio di fisica alla Scuola Normale Superiore di Parigi, presenta una spiegazione teorica della rabdomanzia nel libro La Science et les sourciers; baguette, pendules e biomagnétisme, Parigi, Dunod, 1989.

1990. Il ricercatore austriaco Otto Bergsmann getta le moderne basi scientifiche della geobiologia. Si tratta dello studio ufficiale effettuato presso l’Università di Vienna, finanziato dal governo Austriaco e pubblicato nel 1990 nel volume Risikofaktorstandort(Il fattore rischio del sito). Per effettuare questa ricerca scientifica furono fissati ventitré parametri biologici, analizzati su 985 persone e con 6.943 esami. Per com’era stato impostato lo studio del prof. Bergsmann, anche la variazione di un solo parametro biologico era sufficiente a dimostrare che un determinato sito aveva un’effettiva influenza sull’organismo umano. Il risultato fu sbalorditivo, in quanto le sperimentazioni scientifiche dimostrarono che dei 23 parametri biologici considerati, ben 12 variavano in modo molto significativo, in 5 vi era una tendenza a cambiare e in 6 nessun influsso.

1989-2008. I ricercatori Hans-Dieter Betz Herbert König posero le basi scientifiche contemporanee della rabdomanzia attraverso uno studio ufficiale, finanziato dal Governo Tedesco. Al progetto parteciparono anche quattordici scienziati provenienti da nove diversi istituti.
Questo studio iniziale servì per verificare se l’argomento rabdomanzia fosse scientificamente verificabile e se esistessero i presupposti per approfondirlo.

Il prof. Betz anche dopo la scomparsa del prof. König continuò le sue ricerche scientifiche eseguendo quello che è a tutt’oggi universalmente riconosciuto come lo studio scientifico più serio, dimostrativo e monumentale sulla rabdomanzia. Le conclusioni del prof. Betz sono che non esiste ormai il benché minimo dubbio sulla realtà del fenomeno rabdomanzia ma che, semmai, sono ancora pochi i rabdomanti che raggiungono un livello professionale elevato. Grazie a tutte queste importanti ricerche oggi la rabdomanzia può dirsi una materia seria e con basi scientifiche. L’esperienza di Betz dimostra che esistono, quando si vuole, i mezzi di verifica scientifica, ma che raramente sono forniti ai ricercatori i finanziamenti idonei perché si possa iniziare una seria ricerca scientifica in questo settore.

1985-ad oggi. Maurizio Armanetti, psicoestesista, geobiolgo e rabdomante di fama internazionale, autore e unico detentore di due “Record del Mondo” di ricerca delle preziose Acque Termali in zone vergini. Indagini che Armanetti ha svolto con le sole e speciali abilità percettive della Mente utilizzata e programmata come un computer biologico.

Ad Armanetti, già allievo di Faliero Capineri e fondatore della psicoestesia, si deve la dimostrazione oggettiva delle capacità psichiche in materie paranormali come la rabdomanzia. Per la prima volta nella storia numerose certificazione di Enti dello Stato Italiano hanno confermato ufficialmente e in modo inoppugnabile i successi della rabdomanzia. Documenti ufficiali che confermano anche i successi di Arma- netti nella ricerca di acque termali calde presenti a grandi profondità, dimostrando così la superiorità attuale del suo metodo di ricerca psicoestesico rispetto ai metodi a oggi conosciuti, sia rabdomantici che scientifici.